Salvini contro i giudici di Catania: “Colpa loro se il Paese è insicuro”

Tribunale etneo annulla trattenimento di migranti, il ministro attacca: "Comunisti che non applicano le leggi"

CATANIA – “Per colpa di alcuni giudici comunisti che non applicano le leggi, il Paese insicuro ormai è l’Italia. Ma noi non ci arrendiamo!”. Il vicepremier e ministro Matteo Salvini commenta così la decisione del giudice di Catania che ha annullato il trattenimento disposto dal questore di Ragusa di 5 migranti arrivati dall’Egitto e dal Bangladesh, che a Pozzallo hanno chiesto lo status di rifugiati. “E’ la prima pronuncia di questo tipo dopo il decreto legge sui paesi sicuri”, afferma la legale di uno dei migranti.

Per il tribunale di Catania una lista di ‘paesi sicuri’ “non esime il giudice all’obbligo di una verifica della compatibilità” di tale “designazione con il diritto dell’Unione europea” e “in Egitto ci sono gravi violazioni dei diritti umani” che “investono le libertà di un ordinamento democratico. E’ uno dei Paesi in cui si applica la pena di morte e nei quali il numero delle esecuzioni è fra i più alti del mondo. Vi si sono verificati anche recentemente casi di detenzioni arbitrarie e arresti senza mandato da parte delle forze di polizia, è comune la pratica della detenzione preventiva e non sono infrequenti le sparizioni forzate”. Nel provvedimento il presidente della sezione Immigrazione del tribunale Massimo Escher dichiara “irrilevante la questione di legittimità costituzionale sollevata dal richiedente protezione” e “non convalida il provvedimento del questore di Ragusa con il quale è stato disposto il trattenimento” del migrante.

A firmare, singolarmente, i cinque provvedimenti sono stati tre dei sei giudici della sezione immigrazione che si occupa di protezione internazionale del Tribunale di Catania: oltre a Escher, Rosario Cupri e Stefania Muratore. “Il presidente Escher – osserva l’avvocata del migrante – spiega che il decreto non va applicato perché l’Egitto non è un paese sicuro per svariati motivi derivanti dalle schede per la determinazione del ministero degli Esteri, e, ancora una volta, afferma che in Italia il diritto di asilo è previsto dall’articolo 10 della Costituzione e nessuna legge ordinaria lo può scalfire”.

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