PIAZZA ARMERINA (ENNA) – “Fino all’autopsia non ci saranno svolte nelle indagini. E’ inutile cercare altro perché non abbiamo altro da darvi. Possiamo dire che all’esito dell’autopsia valuteremo se fare denuncia e quale ipotesi di reato ipotizzare. Poi sarà la Procura a procedere”. L’avvocata Milena Ruffini, legale della famiglia della 15enne Larimar Annaloro trovata impiccata a un albero del giardino martedì scorso a Piazza Armerina, congela l’interesse per il caso sul quale indaga per istigazione al suicidio la Procura dei minori di Caltanissetta.
“Stiamo raccogliendo una serie di elementi e dettagli che allegheremo eventualmente alla denuncia – ha aggiunto la legale -. Ci sono delle lacune sulle ultime ore e sugli ultimi giorni della ragazza e abbiamo bisogno di colmarle. Perciò chiediamo a chi sa qualcosa di parlare”. L’avvocata, che ha chiesto ai giornalisti presenti di rispettare la privacy della famiglia della ragazza, alle domande dettagliate dei giornalisti su particolari della vicenda, come la reazione dei compagni di scuola della 15enne, o sul biglietto che la ragazzina avrebbe mandato al fidanzato e che secondo la famiglia non sarebbe invece stato scritto dalla giovane, ha preferito non rispondere.
Un altro appello, dopo quello del procuratore, è stato lanciato dalla preside della scuola di Larimar: “Chi sa parli. L’ho detto ai ragazzi e voglio dirlo anche pubblicamente. Io non ero presente nel frangente della presunta lite e ho riferito quello che mi è stato detto solo di uno scambio di vedute. Ma se qualcuno tra i ragazzi ha sbagliato è giusto che si assuma le proprie responsabilità. La scuola che dirigo non è omertosa e, per questo, ci mettiamo a disposizione della Procura per i minori per una piena collaborazione”.
Intanto continuano gli interrogatori. “Siamo partiti dagli amici, i compagni di scuola la famiglia, ma stiamo allargando a tutti quelli che possono avere avuto a che fare con la vita di questa ragazza – dice il procuratore Cosentino -, l’autopsia è solo una delle tappe e noi indagheremo a 360 gradi non escludendo alcunché”. Decisivo potrebbe essere l’analisi del telefonino della ragazzina che potrebbe raccontare se e come la poverina fosse vessata. “E’ chiaro – conclude il procuratore – che la giovane era turbata dal punto di vista psicologico e questo turbamento potrebbe essere legato non solo a un episodio e non dell’immediato”.