Cade Damasco, il presidente siriano scappa

I ribelli conquistano la capitale, si chiude il regime di Assad

Damasco è in mano ai ribelli a guida islamica che annunciano l’inizio di una ‘nuova era’ in Siria dopo 50 anni di governo del partito Baath. Il leader degli insorti Al-Jolani si inginocchia e bacia la terra: ‘Il futuro è nostro’. Dichiarato un coprifuoco di 13 ore. Festa e saccheggi, assaltata la Banca centrale. Il regime di Assad è finito. Mosca: ‘Il presidente siriano si è dimesso e ha lasciato il Paese’, dicono i giornali. Incerta la sua sorte. Per la prima volta dal ’74 Israele schiera i tank sulla linea Alpha, la zona cuscinetto per impedire ai ribelli siriani di entrare. Blitz dei miliziani nelle ambasciate, anche in quella italiana.

Il Paese si appresta così a scrivere una nuova pagina del libro della sua storia millenaria, mentre da Washington la Casa Bianca ha reso noto che “il presidente degli Stati Uniti Joe Biden e il suo team monitorano da vicino gli eventi straordinari” in Siria e “rimangono in costante contatto con i partner regionali”. Dopo il loro ingresso a Damasco, le forze di opposizione si sono dirette nel centro della città e hanno preso il controllo dell’emittente radiotelevisiva pubblica. I ribelli hanno inoltre ‘liberato’ il vicino carcere militare di Sednaya, noto come il ‘mattatoio umano’, dove “le porte sono state aperte per migliaia di detenuti che sono stati imprigionati dall’apparato di sicurezza durante tutto il governo del regime”, ha riferito l’Osservatorio siriano per i diritti umani.

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