“Chi è entrato nell’ufficio di Borsellino?”

Colosimo ad Atreju: "Sigilli solo alle 23.25 del giorno dell'attentato"

Nuovi interrogativi sulla morte di Paolo Borsellino e sulle successive indagini. A porli è la presidente della Commissione parlamentare antimafia, Chiara Colosimo, ad Atreju. “L’orario dell’esplosione” in via d’Amelio, il 19 luglio 1992, “lo conoscono tutti, ed è quello delle 16.59, ma quello che non si conosceva è l’orario in cui vengono apposti i sigilli all’ufficio in procura di Paolo Borsellino: le 23:25. Dalle 17 alle 23.30 quell’ufficio è rimasto aperto – ricorda Colosimo – e noi non sappiamo chi può essere entrato e cosa può aver sottratto in quell’ufficio, ma sappiamo che cosa poi hanno repertato all’interno. E che cosa trovano? I verbali di collaborazione di Gaspare Mutolo, i verbali di Leonardo Messina, che è uno dei primi collaboratori che ci dà delle informazioni importantissime”.

Tra il pubblico presente alla kermesse al panel “57 giorni nel nido di vipere: verità sulle stragi del 1992” anche Lucia Borsellino, figlia di Paolo. “La prima informazione – continua nel suo intervento – è che c’era un uomo, Angelo Siino, il collaboratore per eccellenza di Totò Riina nella gestione degli appalti, cioè colui che andava dagli imprenditori per trattare per Cosa Nostra per cercare di gestire nel miglior modo possibile gli appalti. E in quegli stessi verbali che troviamo nell’ufficio di Borsellino Leonardo Messina ci dice che Totò Riina aveva un interesse sempre più crescente per la Calcestruzzi spa”.

“Dentro quell’ufficio troviamo il fascicolo di Luigi Ranieri, un imprenditore che si sottrae alla logica del tavolino cioè quella logica che vedeva gli imprenditori sottomessi alle volontà di Cosa Nostra, muore – aggiunge Colosimo – E va sottolineato che tra le agende che c’erano in quel fascicolo c’erano quelle di Luigi Ranieri. In quelle agende si trovano molti nomi di imprenditori e politici che poi ritroveremo in mafia appalti”. E conclude: “e poi troviamo il verbale di Aurelio Pino Napoleone, il primo imprenditore che decide di collaborare con la giustizia e che svela tutti i meccanismi di accordi tra Cosa Nostra e gli imprenditori”.

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