E’ Carmelo Corso, 57 anni, l’operaio catanese coinvolto nell’esplosione avvenuta ieri a Calenzano, in provincia di Firenze, in un deposito di carburante dell’Eni. Nella tarda mattinata è stato trovato anche il corpo dell’ultima persona data per dispersa. Le vittime salgono così a 5. Altre ventisei persone sono rimaste ferite, due delle quali gravemente ustionate.
Carmelo Corso, sino a stamane inserito nel novero dei dispersi, era entrato nel deposito Eni quattro minuti prima che avvenisse l’esplosione: il suo ingresso è stato registrato alle 10,16 e 20 secondi. Lavorava per il Raggruppamento autotrasportatori toscani e in passato era stato alle dipendenze proprio dell’Eni come guardia giurata. Era originario di Catania ma dal 1993 si era trasferito a San Giorgio a Colonica, nel Pratese, con la moglie e i loro due figli.
Gli altri nominativi dei ‘visitatori’ protocollati all’ingresso del sito Eni ieri e di cui non si sono avute più notizie sono Davide Baronti, 49 anni, autista nato ad Angera (Novara), residente in Toscana e due lucani di 46 anni, Gerardo Pepe e Fabio Cirielli.
Il corpo di Vincenzo Martinelli, autotrasportatore residente a Prato e originario di Napoli, è stato il primo identificato mentre per gli altri servirà l’esame del Dna. Le vittime sono tutti camionisti che con le loto autobotti erano nello stabilimento per fare rifornimento: una perdita di benzina, o forse la fuoriuscita di vapori, hanno provocato lo scoppio che ha fatto saltare in aria gli autocarri, incendiando la pensilina dell’intera struttura e facendo crollare parte dell’edificio del centro direzionale adiacente. Secondo quanto filtra da fonti investigative, poco prima dell’incidente un operatore che era al deposito dell’Eni ha dato l’allarme.
La Procura di Prato ha nominato quattro consulenti per svolgere accertamenti. Tra questi l’esplosivista Roberto Vassale e il chimico esplosivista Renzo Cabrino. Entrambi hanno tra l’altro già lavorato come periti nella strage di Capaci, inchiesta di cui si è occupato il procuratore di Prato Luca Tescaroli quando era pm a Caltanisetta. Una delle ipotesi di reato per le quali si indaga sarebbe l’omicidio colposo plurimo. Ci sarebbe però almeno un’altra contestazione.
L’incidente ha messo in pericolo migliaia di persone, a partire dagli abitanti della zona di Calenzano, arteria del bacino industriale della piana fiorentina, ma anche il tratto della vicina autostrada A1, chiusa in quel tratto per ore in entrambe le direzioni così come è stata sospesa la circolazione ferroviaria di alcune linee. Il dipartimento della Protezione civile ha attivato un alert per un raggio di cinque chilometri chiedendo di “tenere chiuse le finestre e di non avvicinarsi alla zona”. Per il forte odore dovuto alla combustione di idrocarburi nell’area sono state anche distribuite mascherine.