Sopravvive a naufragio, a 11 anni sola sul barchino

Salvata dopo 3 giorni in mare e portata a Lampedusa

LAMPEDUSA – Il miracolo del mare del 2024 si compie alle 3.20 del mattino al centro del canale di Sicilia, latitudine 35.34 gradi – longitudine 12.45 gradi, quando a bordo del Trotamar III, nonostante gli ululati del vento, il rumore delle onde e del motore dell’imbarcazione, sentono delle grida in lontananza. Lo skipper Matthias Wiedenlübbert dirige la prua della barca a vela di 13 metri della Ong tedesca Compasscollective, verso quella voce, cala un gommone e l’equipaggio vede sdraiata su due camere d’aria Yasmine, una bambina di 11 anni della Sierra Leone.

La co-skipper Ina, Toki, Alex, Olli e Friedrich, tutti dal Trotamar si mettono in movimento per issare a bordo la bimba, che ha un giubbotto salvagente addosso, e la portano in una delle cabine avvolgendola nel telo termico con borse di acqua calda. “È stato un miracolo l’aver sentito la voce della bambina, in alto mare, e col motore della nostra imbarcazione acceso. E, naturalmente, abbiamo cercato altre persone. Ma dopo una tempesta durata giorni, con vento a oltre 23 nodi e onde alte più di tre metri non c’era speranza”, dice lo skipper Matthias.

La Trotamar gira la prua verso Lampedusa dove arriva alle 6 e la bimba viene consegnata ai sanitari del poliambulatorio. Yasmine parlotta l’inglese e, secondo il suo frammentato racconto, sarebbe l’unica sopravvissuta di una barca in ferro partita da Sfax 4 o 5 giorni fa con 45 migranti e naufragata 3 giorni fa. Tra loro ci sarebbe stato anche il fratello più grande della bambina mentre il padre sarebbe rimasto a Sfax. La Procura agrigentina ha aperto un fascicolo d’indagine per naufragio colposo, omicidio colposo plurimo e favoreggiamento dell’immigrazione clandestina.

Sulla data del naufragio sono in corso verifiche perché sopravvivere tre giorni senza acqua e cibo, con temperature basse in balia delle onde sembra impossibile. Nella zona del salvataggio, in acque Sar italiane, sono state inviate motovedette per cercare i dispersi e tracce dell’affondamento e anche un aereo si è alzato in volo. “La bambina ha detto di essere stata in acqua vicino ad altre due persone che poi sono scomparse – dice la Ong -. Non aveva con sé acqua o cibo ed era ipotermica, ma reattiva e orientata”.

A Lampedusa Yasmine è stata portata al poliambulatorio e visitata. “Le sue condizioni generali di salute sono buone. Ha effettuato un colloquio psicologico”, dice il medico Francesco D’Arca, responsabile del piccolo avamposto sanitario dell’isola. Francesca Saccomandi, volontaria di Mediterranean Hope, ha visto la piccola naufraga: “Era tranquilla – dice -. Mi aspettavo di trovarla molto più spaventata, ma è solamente molto, molto, stanca. Le ho lasciato un piccolo kit che doniamo ai bambini che giungono sull’isola: uno zainetto di tela con all’interno un album da colorare e dei colori. Lei mi ha ringraziato. Poi ci siamo salutate e mi ha detto che avrebbe riposato, era un po’ stanca”.

E infatti portata all’hotspot, assistita dal personale della Croce rossa italiana la bambina è crollata in un sonno profondo. La barca in metallo su cui si trovava Yasmine era una delle tante partite in questi giorni dalle coste libiche o tunisine. Tra la notte scorsa e stamattina sono stati soccorse 8 barche con 508 migranti a largo di Lampedusa. E il fondatore della Ong Mediterranea Saving Humans, Luca Casarini ritiene che quella della bambina non sia l’unica barca naufragata in questi giorni: “Lungo la rotta dalla Tunisia a Lampedusa ha imperversato nei giorni scorsi una vera e propria tempesta, per questa ragione chiediamo che le autorità italiane, insieme ai maltesi e ai tunisini, lancino immediatamente una operazione di ricerca a vasto raggio per rintracciare possibili superstiti”.

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