La medicina di precisione è un approccio personalizzato alla pratica medica che si propone di adattare le diagnosi, i percorsi terapeutici e i singoli trattamenti alle caratteristiche individuali di ogni paziente e della sua patologia. In altre parole una medicina personalizzata sulla base delle caratteristiche genetiche del paziente. Nella medicina di precisione, sulla valutazione della patologia e del conseguente trattamento, intervengono almeno 3 fattori: innanzitutto la genetica
perché analizzando il profilo genetico dell’individuo, è possibile identificare varianti e mutazioni che influenzano la suscettibilità alle malattie, la risposta ai farmaci/trattamenti e la frequenza degli effetti collaterali, poi viene l’ambiente ovvero l’esposizione a fattori ambientali come l’inquinamento o la contaminazione delle acque ha un impatto sulla salute e sulla suscettibilità alle malattie, potendo indirizzare l’iter terapeutico, e infine lo stile di vita dal momento che è risaputo che le scelte in termini di dieta, esercizio fisico e abitudini (ad esempio, fumo e altre dipendenze) hanno un impatto importante sulla salute e la medicina di precisione adatta le strategie preventive e terapeutiche anche agli elementi dello stile di vita.
Questo e altri specifici contenuti nel progetto di ricerca curato da Francesco Costa, cardiologo e ricercatore all’interno dell’Uosd di Cardiologia interventistica dell’Aou Martino di Messina. Uno studio clinico randomizzato Desc-Hbr che vede il Policlinico di Messina promotore e sponsor dello studio, con un ruolo di coordinamento degli altri sei centri impegnati in Italia in questa ricerca. Un elemento chiave di innovazione introdotto dallo studio è l’utilizzo del Genomadix Cube™, un dispositivo point-of-care all’avanguardia che permette di analizzare in solo un’ora i polimorfismi del gene CYP2C19.
Questa analisi genetica è fondamentale per personalizzare la terapia antitrombotica, adattandola alle caratteristiche individuali di ciascun paziente e migliorando così l’efficacia del trattamento. Il Policlinico di Messina – affermano gli specialisti (nella foto il team di ricecatori) – è il primo centro cardiologico in Italia ad adottare questa tecnologia, aprendo la strada a sviluppi significativi nella medicina di precisione e nella cardiologia interventistica. Lo studio prevede l’arruolamento di 200 pazienti sottoposti a intervento coronarico percutaneo e trattati con doppia terapia antipiastrinica; l’obiettivo è quello di confrontare tre strategie che prevedono una progressiva riduzione della terapia antipiastrinica con il trattamento standard.
Grazie all’analisi genetica è possibile valutare l’efficacia e la sicurezza di queste cure analizzando anche i poliformismi che influenzano il metabolismo dei farmaci antipiastrinici, valutando così la risposta dei pazienti. Nel protocollo sono previste quattro visite nell’arco di sei mesi; in questo periodo i pazienti saranno sottoposti a valutazioni cliniche e strumentali approfondite e completeranno questionari sulla qualità della vita. Francesco Costa e Giampiero Vizzari sono gli investigatori principali dello studio.