PALERMO – La quarta sezione della Corte d’appello presieduta da Vittorio Anania ha confermato 14 condanne e un’assoluzione in una delle trance del processo ai cosiddetti “spaccaossa” in trasferta, accusati di orchestrare falsi incidenti stradali per truffare le compagnie di assicurazione. I membri del gruppo reclutavano persone disposte a farsi fratturare braccia e gambe in cambio di una parte degli indennizzi, alimentando così un sistema criminale. Gli agenti di polizia hanno ricostruito una lunga serie di falsi incidenti, quasi tutti in bicicletta, avvenuti tra le province di Novara, Torino, Vercelli, Milano e Varese: le vittime (presunte) erano sempre palermitani fuori dalla Sicilia ufficialmente per cercare lavoro oppure in vacanza.
L’unica assolta è Giuseppa Messina che aveva avuto 2 anni e 8 mesi per riciclaggio. La Corte ha ridotto di un anno la pena per Matteo Corrao, ritenuto uno dei capi della banda, al quale alla fine sono toccati 7 anni e 4 mesi mentre sono stati confermati 8 anni, 3 mesi e 10 giorni per Vincenzo Maccarone e 8 anni per Giuseppe Zizza, anche loro al vertice dell’organizzazione. Durante le indagini era venuto fuori che i tre avevano un tenore di vita estremamente dispendioso, dimostrando di possedere anche notevoli disponibilità finanziarie.
Gli altri condannati, tra i quali diverse vittime degli spaccaossa, sono Girolamo Faia (5 anni, 9 mesi e 10 giorni), Luca Poerio (4 anni e 8 mesi), Lorenzo Catalano (un anno e 8 mesi), Salvatore Picone e Domenico Baldo (entrambi a un anno e 4 mesi), Maria Spinelli, Franca Silvana Gnoffo, Antonio Mussumarra, Giuseppa Ales e Rita Scasso (tutti ad un anno con pena sospesa) e Vincenzo Aiello (8 mesi pena sospesa). Corrao, Maccarrone, Mussumarra, Gnoffo e Poerio dovranno inoltre rimborsare la Unipolsai, che si è costituita parte civile, per un incidente “taroccato” che era stato denunciato a Nichelino, in provincia di Torino.