Omicidio Mattarella, i nomi dei presunti sicari

Due ergastolani avrebbero ucciso il governatore a Palermo 45 anni fa

PALERMO – Gli indagati nell’ambito delle nuove indagini sull’omicidio del presidente della Regione siciliana, Piersanti Mattarella, sarebbero i due killer di Cosa nostra Antonino Madonia, e Giuseppe Lucchese. Sono entrambi già detenuti all’ergastolo. Secondo l’inchiesta della Procura palermitana, come scrivono La Repubblica e La Stampa, a sparare il 6 gennaio 1980 a Piersanti Mattarella, fratello del presidente della Repubblica Sergio, sarebbe stato materialmente Nino Madonia, figlio del potentissimo boss mafioso Ciccio che controllava mezza città. Lucchese, detto Lucchiseddu, guidava invece l’auto. I due hanno commesso decine di omicidi, tra cui la strage di via Isidoro Carini in cui vennero uccisi il generale Carlo, la moglie Emanuela Setti Carraro e l’agente di scorta Domenico Russo, su ordine della cupola di Cosa nostra.

Ci sarebbe anche la fotografia con l’immagine di un’automobile, recuperata dopo la richiesta a giornali e agenzie di stampa da parte degli inquirenti di immagini sul delitto, tra gli atti dell’inchiesta sull’omicidio. Fotografia che avrebbe dato concretezza ai nuovi accertamenti avviati dalla procura palermitana. Nino Madonia fa parte di una famiglia storica della mafia palermitana capitanata dal patriarca Ciccio – morto e già condannato quale mandante dell’omicidio di Mattarella – e di cui fanno parte i fratelli dell’indagato: Giuseppe, Salvo, l’assassino di Libero Grassi, e Aldo, quest’ultimo l’unico a non essere all’ergastolo. Giuseppe Lucchese venne arrestato nell’aprile 1990 dopo 9 anni di latitanza. Era considerato un super killer che aveva ucciso decine di persone durante la seconda guerra di mafia tra cui la sorella, la madre e la zia di Francesco Marino Mannoia dopo la notizia del pentimento di quest’ultimo. Dopo l’arresto Giovanni Falcone disse: “È l’operazione più importante dopo la cattura di Michele Greco. Sotto un certo profilo anche più significativa”.

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