CATANIA – I carabinieri di Catania hanno arrestato due esponenti del clan Cappello, Alfio Castagna e Renè Salvatore Distefano, accusati di tentato omicidio e detenzione e porto illegale d’arma da fuoco, con l’aggravante del metodo mafioso. Il provvedimento, emesso dal gip Marina Rizza, su richiesta del pool della Dda coordinato dal procuratore aggiunto Ignazio Fonzo su indagini dei carabinieri di Catania, è stato notificato in carcere ai due indagati, già detenuti per altra causa.
I due sono coinvolti nello scontro a fuoco in viale Grimaldi, avvenuto nel pomeriggio dell’8 agosto 2020, tra esponenti del clan dei Cursoti Milanesi con quelli del contrapposto clan Cappello, che causò due morti, Luciano D’Alessandro di 48 anni e Vincenzo Scalia di 29, e sei feriti. I due indagati, com’è emerso anche grazie alle dichiarazioni rese da collaboratori di giustizia, avrebbero esploso colpi d’arma da fuoco contro Martino Carmelo Sanfilippo e Rosario Viglianesi, affiliati ai Cursoti Milanesi, senza causarne la morte.
I collaboratori di giustizia, ciascuno con riferimento al gruppo criminale al quale era appartenente, hanno descritto e raccontato l’antefatto della vicenda, ossia il contrasto insorto tra Carmelo Di Stefano, dei Cursoti Milanesi, e Gaetano Nobile, del clan Cappello, e quello tra Salvuccio Junior Lombardo (Cappello) e Giorgio Campisi (Cursoti Milanesi), ricostruendo le fasi organizzative della spedizione e la dinamica del conflitto a fuoco. Fondamentali, inoltre, anche gli accertamenti balistici e medico-legali che hanno confermato la veridicità delle dichiarazioni dei collaboratori sulle armi utilizzate.
Agli indagati è contestato che il conflitto a fuoco sarebbe stato attuato per “riaffermare il prestigio e la supremazia del clan Cappello sul territorio” e sarebbe stato anche “strumentale al controllo delle piazze di spaccio del rione San Berillo nuovo, contese da Carmelo Di Stefano”. Tra i moventi citati anche le aggressioni subite da Gaetano Nobile, il 7 agosto del 2020, da appartenenti al gruppo di Carmelo Di Stefano, quella di Salvuccio jr Lombardo, dello stesso giorno, a Giorgio Campisi, Rosario Viglianesi e Giovanni Nicolosi e l’esplosione di colpi di arma da fuoco, l’8 agosto del 2020, contro un centro scommesse ritenuto di pertinenza di Salvuccio Jr Lombardo. Lo stesso giorno ci sarà lo scontro in strada, con sparatoria, tra i due gruppi criminali. Dall’operazione, denominata Centauri, è già scaturita una prima sentenza della Corte d’appello di Catania, emessa il 23 ottobre scorso, con 12 condanne, con pene comprese tra due e 12 anni di reclusione, e un’assoluzione.