PALERMO – È stata condannata a 12 anni e 8 mesi dal gip dei minori Nicola Aiello la 17enne che, insieme al padre Giovanni Barreca e a una coppia di fanatici religiosi amici, ha ucciso la madre e due fratellini durante un folle rito di liberazione al demonio. Il pm aveva chiesto 18 anni. Era accusata di omicidio plurimo aggravato e occultamento di cadavere. La ragazza, che nel frattempo ha compiuto 18 anni, avrebbe torturato e ucciso, insieme al padre, il muratore Giovanni Barreca, e a due amici, Sabtrina Fina e Massimo Carandente, la madre e i fratellini.
Gli omicidi sono avvenuti un anno fa nella villetta di famiglia dove, per giorni, i 4 avrebbero cercato, con torture di ogni tipo, di liberare dalle presenze demoniache la famiglia Barreca. Il muratore e la coppia sono sotto processo davanti alla corte d’assise di Palermo. Oggi si è celebrata nei loro confronti la prima udienza. La ragazzina ha sempre ammesso i fatti. I carabinieri, avvisati dal padre della minorenne che chiamò i militari consegnandosi la notte dopo i delitti, la trovarono che dormiva nella sua stanza.
Il padre, Giovanni Barreca, è stato ritenuto capace di intendere e di volere dalla corte d’assise di Palermo che ha respinto l’istanza di dichiarazione di non doversi procedere per infermità mentale presentata dal legale dell’imputato. La corte ha anche dichiarato infondata la richiesta di nullità del decreto che ha disposto il giudizio sollevata dal legale di Sabrina Fina, accusata della strage insieme a Barreca e al compagno Massimo Carandente. Il legale della donna aveva eccepito ‘l’indeterminatezza’ delle contestazioni, in particolare quelle sul ruolo avuto negli omicidi dall’imputata. “Le tre imputazioni contestate alla donna – ha detto la corte – appaiono sufficientemente specificate tanto da consentirle un completo contraddittorio”.
Rigettata anche la perizia sulla capacità di intendere e di volere chiesta dal legale di Carandente. “Non ci sono elementi che facciano profilare un’ipotetica non imputabilità”, hanno detto i giudici. La coppia non potrà accedere al giudizio abbreviato per le aggravanti delle sevizie e della crudeltà a loro contestate. “Non ho mai ucciso nessuno, nè ho mai avuto alcun istinto omicida, amo i bambini, gli animali e i disabili”, ha detto nel corso delle dichiarazioni spontanee Sabrina Fina. “Sono fiera di essere cresciuta nella mia famiglia – ha aggiunto riferendosi ai genitori adottivi – ho subito violenza da piccola e sono miracolata a detta dei medici”. “Sono stanca di queste calunnie, non ho mai fatto avvicinare Barreca perché non mi è mai piaciuto. Ho chiesto a Carandente di non mettermi in mezzo, ma mi ha costretto a partecipare perchè se non avessi preso parte alle preghiere avrei tradito Dio”. “Sono una chioccia amorevole – ha concluso – amo i bambini, ho salvato la mia cagnetta, amo gli anziani e i disabili”.