CATANIA – Anche nella provincia etnea sono in aumento i casi di sifilide e più in generale le infezioni sessualmente trasmesse. “Dopo il Covid – spiega Maurizio Celesia, infettivologo dell’ospedale Garibaldi (nella foto) – c’è stata una sorta di volontà inconsapevole di riprendersi ciò che la pandemia aveva tolto, un ‘liberi tutti’ nelle relazioni sessuali che ha portato, anche nel nostro ambulatorio, a una progressiva e costante crescita di nuove diagnosi di patologie associate all’attività sessuale. In particolare nel 2024 sono stati complessivamente circa 170 i casi di sifilide trattati. Dall’inizio di quest’anno sono stati diagnosticati 38 nuovi casi”.
Secondo Celesia Mantenendo l’attuale trend nel corso del 2025 potrebbero essere oltre 200. “Nel 90% dei casi – prosegue – le infezioni hanno interessato soggetti di sesso maschile. Più frequentemente (ma non solo) maschi che fanno sesso con maschi. La fascia di età coinvolta è estremamente ampia e va dai 18 ai 68 anni. La diffusione è principalmente legata al mancato uso del preservativo e all’elevato numero di rapporti occasionali. La trasmissione è legata a tutte le modalità di rapporto: genitale, anale o orale. Spesso non si ha alcuna consapevolezza dei rischi che si potrebbero correre in seguito a una infezione e alle possibili complicanze che, anche a distanza di molti anni, potrebbero verificarsi in caso di mancata o ritardata diagnosi”.
Oltre alla sifilide, le malattie sessuali più frequenti sono gonorrea, clamidia e tricomoniasi, cui si aggiungono epatite B, infezioni da herpes virus (HSV), HIV e papillomavirus umano (HPV). “A livello nazionale i dati dell’Istituto superiore di sanità confermano negli ultimi anni un aumento di circa il 50% dei casi di sifilide, del 20% dei casi di gonorrea e del 25% di quelli di clamidia, l’infezione invisibile, spesso asintomatica, che può causare sterilità. Si calcola che ogni giorno nel mondo vi siano almeno un milione di nuovi casi di infezioni”.
Tra i sintomi più frequenti delle infezioni a trasmissione sessuale, dice Celesia, “possiamo osservare secrezioni genitali, dolore pelvico, comparsa di prurito e di lesioni nella regione dei genitali, dell’ano o della bocca. Ma anche manifestazioni cutanee estese al tronco, alle mani ed ai piedi, come nel caso della sifilide secondaria. La sintomatologia è varia e dipende dal grado e dal tipo di infezione. Talvolta i sintomi possono essere assenti, aspecifici o poco significativi, facilitando così ulteriormente la trasmissione. Sono necessari screening e interventi sulla popolazione per aumentare la consapevolezza del rischio di contrarre una infezione nel corso di rapporti sessuali non protetti. Una campagna di informazione dovrebbe raggiungere, soprattutto, ma non solo, chi pratica con disinvoltura scambismo e promiscuità, facendo uso talvolta di ‘aiutini farmacologici’ che consentono di moltiplicare i rapporti e di conseguenza la diffusione delle infezioni”.
Le malattie trasmesse sessualmente “possono generare tumori e provocare sterilità sia nella donna che nell’uomo. Una sifilide contratta in gravidanza e non riconosciuta può determinare danni, anche irreversibili, per i nascituri. Ecco perché è importante che le donne in gravidanza si sottopongano a visite ed esami di controllo”, sottolinea l’infettivologo. “L’unico mezzo efficace per evitare la trasmissione di questo tipo di infezioni – conclude Celesia – è l’uso costante del preservativo, anche se l’utilizzo è spesso limitato per alcune pratiche extra-genitali”.