Ragusa, primo intervento di riparazione percutanea della valvola cardiaca

di Nuccio Sciacca. Da oltre un anno è iniziata la formazione degli specialisti iblei al Policlinico-San Marco di Catania

L’insufficienza della valvola mitrale del cuore è una incapacità della valvola di chiudersi adeguatamente, lasciando quindi refluire il sangue all’indietro verso l’atrio invece che al di fuori del cuore, ossia nella circolazione sistemica. Si tratta della seconda valvulopatia cardiaca più diffusa nel mondo occidentale e comporta gravi conseguenze soprattutto in termini di mortalità per i pazienti che ne sono affetti, spesso fragili e con molteplici comorbidità. Quando l’insufficienza valvolare diventa severa, il cuore deve, infatti, esercitare un lavoro molto maggiore per poter garantire la stessa efficienza. In tali casi il paziente inizia a presentare difficoltà nell’eseguire sforzi sempre meno intensi, facile affaticabilità e mancanza di respiro (dispnea).

Quando questi sintomi compaiono anche a riposo si verifica una condizione di scompenso cardiaco che richiede una rapida ospedalizzazione. Storicamente, il trattamento di riferimento è l’intervento cardiochirurgico. Tuttavia per i pazienti con un rischio operatorio elevato o le cui condizioni cliniche non lo consentono, una valida alternativa è la riparazione percutanea mini-invasiva con tecnica “edge-to-edge”. Tale procedura si basa sul principio di collegare i due lembi della valvola mitrale mediante una piccola protesi, riducendo così l’area di rigurgito e, di conseguenza, l’insufficienza, con notevoli benefici per i pazienti.

Anche il reparto di Emodinamica dell’ospedale Giovanni Paolo II di Ragusa è adesso in grado di eseguire questo tipo di riparazione percutanea della valvola mitrale con tecnica “edge-to-edge”. Il primo intervento è stato eseguito su un paziente di 78 anni, ed è stato condotto dalla équipe medico-infermieristica della Cardiologia di Ragusa e con il supporto di un team di anestesisti dello stesso ospedale.

“L’esecuzione del primo intervento a Ragusa e il raggiungimento di questo ambizioso obiettivo – spiega Antonino Nicosia, direttore della Unità coronarica-cardiologia-emodinamica – sono l’esito di un percorso formativo che i nostri medici hanno intrapreso oltre un anno fa grazie alla convenzione stipulata dall’Asp con il Policlinico-San Marco di Catania, centro di riferimento nazionale per il trattamento delle valvulopatie. E sono il frutto del lavoro e la dedizione di una intera squadra di cardiologi clinici e interventisti che, al di fuori degli orari di servizio, si sono prodigati per acquisire competenza e professionalità”.

“Dopo aver eseguito numerosi interventi al Policlinico di Catania sotto la supervisione di tutor di calibro internazionale – prosegue Nicosia – il nostro personale ha sviluppato le competenze necessarie per effettuare tali procedure anche nel nosocomio ibleo. A rendere possibile questo traguardo anche la collaborazione con Massimiliano Sorbello, direttore del reparto di Anestesia e rianimazione, che ha supportato i cardiologi interventisti durante l’esecuzione della procedura”.

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