Un operaio edile di Belpasso di 65 anni, Antonio Rapisarda, padre di due figli, è morto oggi, poco dopo le 13, in un cantiere della strada statale 284, in contrada Passo Zingaro, dove l’impresa Donati Spa sta eseguendo i lavori di ammodernamento del tratto tra Adrano e Bronte. Il 65enne durante la fase di scarico è stato colpito alla testa da un fascio di acciaio. E’ morto sul colpo. Rapisarda aveva fatto la domanda per il pensionamento e avrebbe smesso di lavorare tra un mese.
Anas esprime profondo cordoglio ai familiari: “Durante la fase di scarico di un fascio di acciaio – scrive Anas in una nota – per cause e dinamiche in corso di accertamento, l’operaio ha perso la vita. Anas ha avviato subito le procedure interne previste per chiarire le motivazioni dell’incidente. Sono in corso da parte delle autorità competenti tutte le verifiche e gli accertamenti sull’accaduto”.
“Siamo vicini ai familiari del lavoratore morto sul lavoro, ci uniamo alla loro rabbia e al loro dolore chiedendo verità e giustizia su quanto accaduto oggi”, affermano i segretari generali di Uil e Feneal-Uil Catania, Enza Meli e Nino Potenza, insieme con Angelo Bua, il componente della segreteria territoriale Feneal che si è subito recato nel cantiere della ditta Donati dov’è avvenuto l’incidente.
Meli, Potenza e Bua concludono ricordando “la grande campagna Uil #Zeromortisullavoro” e sottolineando “come trascorrerà ancora una volta invano la Giornata mondiale della sicurezza e della salute sul lavoro, il prossimo aprile, se non cambierà radicalmente approccio innanzitutto da parte delle istituzioni politiche rispetto a una strage quotidiana che ha numeri crescenti, numeri da guerra civile”.
La Fillea Cgil e la Cgil di Catania hanno espresso profondo cordoglio per la scomparsa dell’operaio, Rsa del sindacato. Commosso il ricordo del segretario provinciale Vincenzo Cubito e del segretario generale della Camera del Lavoro, Carmelo De Caudo: “Antonio era un uomo generoso, un lavoratore esperto e un punto di riferimento per tutti noi. Non era solo un delegato sindacale, ma un amico, un compagno vero. La sua morte ci lascia attoniti e ci spinge, ancora una volta, a ribadire con forza che non si può morire di lavoro”.
La Fillea e la Cgil di Catania chiedono che sia fatta piena luce sull’accaduto e che venga istituito un tavolo tecnico in Prefettura da dedicare agli incidenti sul lavoro. Il sindacato rilancia l’urgenza di rafforzare la sicurezza nei cantieri, per fermare una strage silenziosa che continua a mietere vittime.