Messina, salvataggio fallito

di Francesco Triolo. La cifra per pagare stipendi e contributi non è stata raggiunta: in arrivo una pesante penalizzazione da scontare nel prossimo campionato. Alaimo preannuncia le dimissioni

Naufraga la scialuppa di salvataggio per mantenere in vita il Messina. L’appello dell’amministrazione comunale e di alcuni imprenditori della cosiddetta cordata dei volenterosi non raggiunge l’obiettivo dei 312 mila euro necessari al pagamento degli stipendi e dei contributi ai tesserati, da effettuare entro la mezzanotte.

Ci si è fermati a meno di 200mila euro e nemmeno Sciotto, azionista al 20%, che in un primo momento aveva dato la sua disponibilità, avrebbe contribuito. Il notaio Dino Maiorana, chiamato come garante dell’operazione, adesso provvederà a restituire le somme a chi aveva contribuito.

In mattinata il direttore sportivo Domenico Roma insieme al sindaco Basile e all’assessore allo Sport Finocchiaro avevano tentato di giocare le ultime carte. Stefano Alaimo, presidente in carica, l’unico che aveva accesso alle operazioni bancarie del club, ha firmato la procura ad operare al notaio. Adesso preannuncia le dimissioni.

Il tentativo in extremis per tentare di evitare una nuova penalizzazione è fallito. Senza l’adempimento economico, il club verrà nuovamente deferito: si preannuncia una penalizzazione sino a dieci punti da scontare nel prossimo campionato. Ma il futuro è tutto da scrivere e dipenderà da Doudou Cissè e da Pietro Sciotto. In questo clima la squadra può ancora giocarsi la salvezza sul campo, ma con quale stato d’animo affronterà la difficile trasferta di sabato a Foggia?

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