PALERMO – È durata meno di 10 ore la fuga da film di tre giovani extracomunitari detenuti nel carcere minorile Malaspina di Palermo. I tre, stamattina erano scappati dopo aver segato le sbarre della cella, calandosi dal muro di cinta in via Cilea con le lenzuola intrecciate. Uno dei tre, della Costa d’Avorio, è stato preso dopo poco tempo dalla fuga, a piazzale Giotto, poi anche un secondo fuggitivo, un 18enne di origine marocchina è stato catturato nel pomeriggio dai carabinieri nella zona tra il popolare quartiere di Ballaró e Corso Tukory (quest’ultimo era detenuto per rapina e resistenza, trasferito a Palermo dal carcere minorile di Reggio Calabria dove in passato avrebbe preso parte a una rivolta), infine anche il terzo evaso, un giovane tunisino, è stato bloccato in corso Tukory poco dopo le 20.
Le indagini sono state condotte dalla polizia e dalla polizia penitenziaria. Gli investigatori hanno pattugliato diversi quartieri e le stazioni ferroviarie di Palermo. Controlli anche al porto. Anche un elicottero della polizia è stato impegnato nelle ricerche. Il primo dei tre giovani evasi, dopo essere stato catturato, non appena è rientrato nella cella ha appiccato un incendio e per protesta ha iniziato ad inveire contro gli agenti della polizia penitenziaria tirando le suppellettili e procurandosi con oggetti taglienti ferite nel corpo.
Donato Capece, segretario generale del Sappe, Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, commenta con preoccupazione questo ennesimo episodio critico accaduto in un carcere della Sicilia: “Adesso il Sappe dice basta veramente ed è pronto a manifestare in tutta la regione, attuando tutte le legittime forme di protesta”. E torna “a chiedere pubblicamente che chi di dovere tenga in considerazione le criticità del personale di polizia penitenziaria che lavora nelle carceri siciliane”, conclude.