‘In 3 anni 2.800 esuberi’: dipendenti Stm tremano

Ma l'azienda al tavolo di Roma assicura investimento di 2,6 mld su Catania

StMicroelectronics annuncia 2.800 esuberi a livello globale nei prossimi tre anni, “principalmente nel 2026 e 2027”, oltre al turnover naturale. L’azienda parla di “uscite volontarie”. “Nel corso del ridisegno della struttura produttiva di ST nei prossimi tre anni le dimensioni della forza lavoro e l’insieme delle competenze richieste evolveranno”, spiega un comunicato dopo l’incontro con i sindacati al Mimit di Roma. Sistemi avanzati di produzione “faranno spostare ruoli dai processi tradizionali che comportano compiti manuali ripetitivi a una maggiore attenzione al controllo di processo, all’automazione e alla progettazione. ST – viene assicurato – gestirà questa transizione attraverso misure volontarie, con un impegno costante a un dialogo costruttivo e negoziazioni con i rappresentanti dei lavoratori in conformità con le normative nazionali vigenti”.

Tutto questo proprio mentre Stm appare brillante a Piazza Affari insieme ai rivali europei, che tornano ai livelli precedenti dopo la sospensione dei dazi Usa per 90 giorni. Dopo un balzo di oltre il 10% a quasi 19 euro in apertura, il titolo guadagna il 9% a 18,2 euro. L’azienda aggiunge che nel corso dei prossimi tre anni “il ridisegno di Stm rafforzerà la presenza produttiva in Francia intorno alle tecnologie digitali, in Italia intorno alle tecnologie analogiche e di potenza e a Singapore sulle tecnologie mature. L’obiettivo è raggiungere la piena capacità produttiva e guidare la differenziazione tecnologica per competere a livello globale. Ciascuno degli attuali siti di Stm continuerà a svolgere un ruolo di lungo termine. In dettaglio, l’impianto da 300 mm di Agrate Brianza continuerà ad espandersi con l’obiettivo di diventare il punto di riferimento di ST per la produzione in grandi volumi per tecnologie smart power e a segnale misto. L’impianto da 300 mm di Crolles (Francia) sarà invece ulteriormente consolidato come centro nevralgico dell’ecosistema di prodotti digitali di ST. Catania continuerà a rappresentare un centro di eccellenza per i dispositivi di potenza e semiconduttori WBG (ampia banda interdetta, come il SiC e il GaN). Le risorse che supportano le attuali capacità di Catania sui 150 mm e l’EWS saranno rifocalizzate sulla produzione di semiconduttori di potenza in silicio e SiC da 200 mm da 200 mm, compreso il GaN-su-silicio, rafforzando la leadership di ST nelle tecnologie di potenza di prossima generazione”, assicura il gruppo.

Un piano che però non rassicura i sindacati catanesi. “Al tavolo di oggi – dice al termine dell’incontro Barbara Tibaldi, segretaria nazionale Fiom-Cgil – di davvero pessimo c’è stata un’illustrazione di un piano parziale, pieno di ombre e di omissioni, perché il taglio all’occupazione in Italia non è stato né quantificato, salvo poi all’ultimo minuto spiegare che c’è un esubero di personale di 2.800 persone globale, dichiarato a livello complessivo. Come questo si articolerà sul nostro territorio non è dato saperlo. Temiamo che il taglio in Italia sia particolarmente violento, in particolare al Nord, perché mentre sugli stabilimenti del Sud ci sono ancora in campo altri pezzi di progetti, al Nord sono in ritardo su un progetto che doveva già essere concluso nel 2025, che inizia ora ma che è sostitutivo e non più aggiuntivo. Quindi non chiuderanno gli stabilimenti complessivi, ma c’è un enorme reparto ad Agrate, di 2.500 persone, che rischia di venire raso al suolo”.

Tibaldi spiega in particolare che nel triennio 2025-2027 gli investimenti saranno di 2,6 miliardi di euro per Catania e 1,2 miliardi di euro per Agrate. “A Catania si conferma la produzione di wafer su piattaforma di silicio nel modulo M5 e verrà ultimato secondo i programmi entro il 2032 il nuovo sito dedicato al carburo di silicio”. Il sito di Agrate rimane invece “il centro per la ricerca tecnologica, la progettazione e la produzione di semiconduttori e verranno sviluppati diversi modelli”. La segretaria nazionale Fiom specifica che “il reparto nuovo che sta partendo ha una tecnologia molto più avanzata” e “se sostituisce quello vecchio la domanda è: i 2.500 lavoratori di quello vecchio dove vanno a finire? In quello nuovo ne bastano la metà. Il piano è talmente pieno di omissis che l’azienda si è dimenticata di togliere un punto che dice eviteremo azioni unilaterali, chiediamo il dialogo. Azioni di cosa?”.

Ancora più dura la deputata all’Ars del Movimento 5 stelle Lidia Adorno, prima firmataria dell’interrogazione che ha sollevato il caso al Parlamento regionale: “STMicroelectronics ha annunciato un investimento di oltre 5 miliardi di euro per realizzare il nuovo stabilimento di Catania. Di questo importo, circa 2 miliardi di euro sono stati concessi sotto forma di sovvenzione diretta dallo Stato italiano, nell’ambito del Chips Act dell’Unione europea. Dunque un investimento imponente, sostenuto anche da fondi europei, presentato come un’opportunità storica per il Sud e per l’Italia intera. E oggi ci ritroviamo con 2.500 lavoratori ancora in cassa integrazione e nessun piano serio sulle assunzioni promesse. Dove sono finite le garanzie occupazionali e i nuovi posti di lavoro promessi? Dove sono finiti gli impegni presi con i cittadini, con i lavoratori, con le istituzioni? Se si promettono assunzioni bisogna mantenerle, non puntare alle strategie di prepensionamento”.

Pure per il segretario generale della Uilm Rocco Palombella “i nostri dubbi non sono stati fugati, perché la rappresentazione è stata molto generica, non puntuale. Noi abbiamo evidenziato quello che invece leggiamo: dati di bilancio estremamente negativi, il titolo che ha perso il 50% nell’ultimo anno, oltre alle due settimane di cassa integrazione nel sito di Catania. L’incertezza sul futuro non ci lascia assolutamente tranquilli”, dice Palombella, aggiungendo che le organizzazioni sindacali si sono riservate “qualsiasi possibilità di giudizio dopo aver approfondito bene e creato tutte le condizioni per capire se effettivamente tutti i siti italiani, compresi quelli di Agrate e Catania, hanno delle missioni produttive vere”.

Molto più ottimista il ministro delle Imprese e del made in Italy Adolfo Urso: “StMicroelectronics ha confermato il proprio impegno a mantenere gli accordi presi, procedendo anche a un riequilibrio sostanziale degli investimenti tra Italia e Francia, recuperando lo svantaggio degli scorsi anni. StMicroelectronics ha inoltre ribadito l’intenzione di destinare nel primo triennio 2025-2027 la maggior parte degli investimenti in Italia, sia in termini complessivi – 4 miliardi su un totale di 6,5 miliardi a livello europeo – sia per singolo stabilimento, con 2,6 miliardi destinati al sito di Catania. Nello specifico, lo stabilimento siciliano è destinato a diventare, grazie a un “consistente supporto pubblico”, il polo più significativo in Europa per la produzione di carburo di silicio da 200 millimetri con ciclo verticale integrato. È infatti previsto un investimento da parte di StMicroelectronics di 5 miliardi di euro entro il 2032, di cui 2 miliardi in risorse pubbliche autorizzate dalla Commissione europea. La restante parte degli investimenti previsti sarà rivolta al sito di Agrate”.

scroll to top