“Sara è ognuno di noi”

Folla a Misilmeri per la camera ardente. Una ragazza: "Gli uomini devono capire che no è no" VD

PALERMO – Silenzio e lacrime hanno accolto a Misilmeri l’arrivo della salma di Sara Campanella, la 22enne universitaria uccisa lunedì scorso a Messina dal collega Stefano Argentino. “Un angelo, era un angelo”, hanno detto i familiari della ragazza quando il corteo che accompagnava il feretro si è fermato in piazza, davanti alla chiesa delle Anime Sante, prima che fosse portato alla camera ardente allestita nella chiesa. Dopo il rintocco delle campane un urlo si è levato nella piazza: “Sara vive”, quindi un applauso dei tanti in attesa di dare l’ultimo saluto alla ragazza. Nella bara bianca la foto di Sara e una scritta “No violenza”. Quando la bara è entrata in chiesa la famiglia ha voluto riunirsi per un momento privato di preghiera. La piazza è stracolma e molti sono arrivati da Palermo e dai comuni vicini per dare un ultimo saluto alla ragazza. “Sara è figlia di tutti – ha detto il vicesindaco di Misilmeri Agostino Cocchiara -: come padre sono scosso da questa triste storia. Qualcosa deve cambiare, non si può andare avanti così”.

In una palazzina nella piazza è esposto un lenzuolo bianco con la scritta “Mi amo troppo per stare con chiunque. Sara Campanella figlia di tutti noi”. “Mi auguro che partecipazione e clamore continuino nei giorni del processo. Non per vendetta, ma per giustizia”, dice una collega della mamma di Sara Campanella, insegnante di sostegno, mentre è in coda davanti alla chiesa. “Non conoscevo la ragazza – aggiunge – ma la maestra Cetty sì. Siamo scossi. Sara non è stata strappata solo agli affetti familiari ma all’intera società. Questa è la punta dell’iceberg di un mondo malato”.

“Sì, conoscevo la famiglia – dice in lacrime un’altra collega della maestra Cetty -. Ho i figli anch’io e non posso credere a questa tragedia immane”. Nella piazza del paese si è formato un lungo serpentone di gente. “Sara poteva essere ognuna di noi. Vivo fuori e so che cosa significa stare da soli e credere di potercela fare – dice una ragazza in attesa di entrare in chiesa -. Ma a volte bisogna chiedere aiuto. Sara pensava di potere gestire questa situazione e la società deve concedere questa possibilità. I ragazzi devono capire che no significa no e devono apprenderlo anche dalle famiglie. Ognuno ha diritto di scegliere, ma Sara non ha avuto questa possibilità. Spero di potere vivere una vita libera”.

“E’ un momento di dolore. Misilmeri piange – dice la segretaria provinciale della Cisl di Palermo e Trapani Federica Badami, originaria di Misilmeri -. Il nostro paese è distrutto. C’è un silenzio assordante. Per strada la gente non ha nemmeno la forza di parlare. Quando lo vedi in tv, pensi che non ti possa mai capitare, ma quando succede a una comunità coesa come quella di Misilmeri il dolore si avverte per le strade”.